I dati ISTAT parlano chiaro, al 2016, studi ufficiali dichiarano che 1 italiano su 10 è obeso,1 su 5
fuma, 1 su 5 beve alcolici ogni giorno e 4 su 10 non praticano sport né attività fisica alcuna.
A questi dati si aggiungono gli studi ISTAT pubblicati nell’ottobre 2019, secondo cui in Italia il
25,2% di popolazione fra i 3 e i 17 anni è in eccesso di peso.
I dati non sono quindi incoraggianti, la popolazione italiana pare sempre più proiettata verso gli
stereotipi “americani” di junk food, con un forte aumento di sedentarietà, portando con sè
aumentate percentuali di popolazione in sovrappeso, obesità e rischio patologico importante.
Va infatti ricordato che il sovrappeso è l’anticamera a patologie note e importanti quali diabete,
sindrome metabolica, ipertensione, malattie cardiovascolari; il tutto a spese del Sistema Sanitario
Nazionale ma soprattutto della QUALITA’ della vita di chi incorre in tali patologie.
Diventa fondamentale dunque agire in PREVENZIONE, affrontando condizioni di sovrappeso
quando esse ancora non siano sfociate in patologie conclamate, con un doppio strumento:
-una sana alimentazione e dunque il ripristino di una corretta alimentazione e in molti casi un
recupero vero e proprio del rapporto con il cibo
- una attività fisica adeguata
Ed eccoci all’argomento del giorno.
I soggetti in sovrappeso nella maggior parte dei casi sono soggetti poco attivi, e quindi con schemi
motori non allenati, perciò è importante partire dalle basi.
Inoltre è importante rendere motivante e “divertente” l’attività svolta, al fine di stimolare i
soggetti a cambiare il proprio rapporto con l’attività fisica in generale.
Detto ciò è sicuramente consigliabile affidarsi ad un professionista che segua passo per passo
questo percorso, dove capacità tecniche sono fondamentali quanto quelle comunicative ed
emotive.
Parlando di sovrappeso è d’obbligo analizzare la morfologia per impostare l’allenamento più
efficace, poiché siamo tutti diversi, quel che può essere ideale per alcuni può essere
controproducente per altri.
Analizziamo dunque le due morfologie classiche e note a tutti:
- IPERLIPOGENETICO, o soggetto “mela”
Gli individui iperlipogenetici tendono ad accumulare troppo i grassi, soprattutto in zona
addominale; grasso che se da un lato è più facilmente attaccabile e recettivo agli stimoli
alimentari, dall’altro è il grasso ad alto indice infiammatorio e patologico, con forte
induzione ad aumenti pressori e rischi cardiovascolari.
Questi soggetti rispondono bene all’attività fisica ma gli allenamenti devono essere brevi.
Importante è anche l’impostazione di questi allenamenti alternando settimane ad alta
intensità ad altre a più bassa intensità;
in questo modo i livelli di stress, e quindi di cortisolo, verranno tenuti sotto controllo in
soggetti che sono predisposti ad averne alti valori.
Le tipologie di allenamento migliori sembrano essere soprattutto di due tipi:
cardiovascolare e flessibilità, mentre quello per la forza dovrà ritenersi meno importante.
L’allenamento aerobico dovrà essere abbastanza stimolante da avere effetto allenante sul
sistema cardiopolmonare, e quindi un maggior effetto di prevenzione cardiovascolare.
Per quanto riguarda la flessibilità molto utili saranno attività quali yoga, thai chi, qi gong,
pilates, estremamente appropriati poiché, oltre a migliorare la flessibilità, riducono i livelli
di stress.
L’allenamento per la forza migliore per questo morfotipo sono i circuit training in cui
vengono alternati esercizi anaerobici di tonificazione a momenti aerobici.
- IPOLIPOLITICO, o soggetto “pera”
I soggetti ipolipolitici hanno spesso problematiche di circolazione rallentata e
predisposizione alla cellulite, soprattutto in zona trocanterica, con accumulo di grasso a
livello di fianchi e cosce.
Questo tratto, soprattutto nelle donne, è ricco di estrogeni e povero di recettori; ciò si
traduce in una difficoltà a captare i grassi per indurre l’organismo a smuoverli dalle zone di
accumulo per utilizzarli e quindi bruciarli, causando una certa resistenza al dimagrimento.
In questi casi seppure la dieta sia FONDAMENTALE per fornire i giusti substrati altrettanto
fondamentale è l’allenamento idoneo, per EVITARE l’effetto boomerang di approcci
scorretti e generici.
Questo morfotipo dovrebbe dare la prevalenza ad allenamenti di tipo aerobico per
stimolare l’ossidazione dei grassi e all’allenamento di tonificiazione con PESI per
conservare/aumentare la massa magra cosi da tenere alto il metabolismo basale.
Sono soggetti che non accusano l’accumulo di stress e quindi possono sostenere
allenamenti lunghi, meglio se quotidianamente, alternando allenamenti aerobici ad altri
con pesi;
anche i circuit training sono un buon approccio in questo morfotipo, purchè si stimoli la
circolazione in tutto l’organismo evitando che l’accumulo di tossine prodotte con
l’allenamento ristagni a livello degli arti inferiori.
Diventa quindi importante riservare dei momenti a sedute di stretching o pilates, per
favorire la circolazione e l’eliminazione delle tossine.
All’interno di questi due morfotipi possono esservi diverse sfaccettature che meglio
descrivano ciascun soggetto, questione che si traduce con il bisogno di affidarsi a mani
esperte, poichè il corpo è il luogo dove dovremo vivere la nostra vita, vale la pena trattarlo
con il rispetto che merita.
FONTI:
- Comunicato stampa ISTAT del 29 ottobre 2019
- Tavole dati ISTAT luglio 2017 “ Fattori di rischio per la salute”
- Paoli A., Neri M., Cellulite, Elika, 2003
- Spattini M., La dieta COM e il dimagrimento localizzato
- T.R. Baechle, R.W. Earle, Il manuale del personal trainer